Seleziona una pagina

Isabella Cristina Mrad CamposGiovane della diocesi di Mariana (Brasile). Nata il 29 luglio 1962 a Barbacena, Minas Gerais (Brasile). Morta, per difendere la propria purezza, il primo settembre 1982 a Juiz de Fora, Minas Gerais (Brasile). È in corso la causa di beatificazione e canonizzazione con nulla osta della Santa Sede in data 18 novembre 2000.

La sua è una storia di ordinaria violenza. E di straordinaria resistenza: non tanto o non solo per difendere la sua dignità di donna, ma soprattutto per i valori in cui crede e di cui mai ha fatto mistero. Per questo, in parrocchia e in diocesi, dal giorno dopo della morte e in questi tre decenni, parlano di lei come della “loro” martire e ricorrono volentieri alla sua intercessione, come a quella di una piccola santa. E hanno portato in chiesa i suoi resti, davanti ai quali pregano come se si trattasse di reliquie degli antichi martiri, mentre, i giovani soprattutto, lasciano su foglietti i loro messaggi: di invocazione, di aiuto, ma anche di ammirazione e di lode per la sua eccezionale testimonianza cristiana.

Isabel Cristina Mrad Campos  nasce a Barbacena, in Brasile, il 29 luglio 1962, e respira in famiglia una fede autentica che si traduce in concreti gesti di carità. Papà è presidente della San Vincenzo parrocchiale  e sulla sua scia si muove tutta la famiglia ed in particolare lei, che, se non avrà il tempo per entrare a tutti gli effetti nella “San Vincenzo”, ne vive lo spirito e ne assume lo stile. Per questo a scuola si accorgono che “Cris” (come ama farsi chiamare) ha una spiccata predilezione per i compagni più poveri o con maggiori difficoltà di apprendimento; e in parrocchia constatano che è sempre in prima fila in tutte le occasioni benefiche; e nella San Vincenzo testimoniano la sua disponibilità a farsi carico dei bambini con handicap e si commuovono pensando alla delicatezza ed alla premura con cui li imbocca e li pulisce.

Cris ha grandi sogni, come ogni giovane, ma forse non è un caso che pensi ad un futuro da medico, allenata com’è a prendersi cura dei più deboli. Ha pure un fidanzato, con il quale progetta un futuro di coppia, ma il presente lo vive con lui alla luce del sole, rinunciando, pur con sacrificio, a “sbocconcellare” l’amore prima del matrimonio, in attesa di viverlo in pienezza dopo. “Sorridi, Gesù ti ama”, è il suo programma di vita, che cerca di tradurre in pratica con lo sforzo quotidiano.

Nell’aprile 1982 si trasferisce a Juíz de Fora per frequentare l’università e, all’inizio, divide l’appartamento con alcune amiche; soltanto alcuni mesi dopo, quando viene raggiunta dal fratello, cerca insieme a lui un alloggio più tranquillo, che favorisca lo studio e che cercano di arredare con il minimo indispensabile. Una cosa, soprattutto, Cris cerca subito nella nuova città: il “Cenacolo”, dove l’Eucaristia è esposta in modo permanente e dove può trascorrere lunghi periodi di adorazione quotidiana. Perché la preghiera personale e la partecipazione all’Eucaristia stanno diventando per lei sempre più determinanti e orientativi per il suo cammino, pur in modo sempre così discreto e talmente privo di ostentazione che familiari ed amici se ne accorgeranno e lo annoteranno solo dopo la morte.

Il 30 agosto un ragazzo entra nel suo appartamento per il montaggio di un armadio e le rivolge parole oscene e proposte neppur troppo velate, che Cris respinge e puntualmente riferisce sia al fratello che alle amiche, con disappunto e fastidio. Non avendo terminato il montaggio, il ragazzo ritorna nell’appartamento il 1° settembre, ma con ben altre intenzioni.  Gliele palesa da subito in modo esplicito, ma, trovando il netto rifiuto della ragazza, ricorre alle maniere forti, picchiandola brutalmente e legandola, non prima  di aver alzato a tutto volume radio e televisione per mimetizzare le invocazioni di aiuto di Cris, che in mezzo alle sevizie sgrana il rosario, utilizzando la coroncina che porta al dito come anello, senza cedere al suo aguzzino. Egli è costretto a finirla con quindici coltellate, prima di darsi alla fuga, forse lui stesso terrorizzato per lo scempio compiuto su quel fragile corpo, dimostratosi tuttavia più forte della sua furia omicida e sul quale, infatti, non è riuscito a prevalere, come dimostrerà l’autopsia, rivelando anche la castità mantenuta nel fidanzamento.

La voce del popolo, come sempre,  precede il pronunciamento della Chiesa, ritenendo quella ragazza di 20 anni martire e santa al pari di Maria Goretti. L’inchiesta diocesana, avviata  nel 2001 per desiderio del vescovo di Mariana, si è conclusa nel 2009 e la causa è così entrata nella “fase romana” che dovrà accertare se quello di Cris fu vero martirio. Poi, a Dio piacendo, arriverà la beatificazione.

Autore: Gianpiero Pettiti www.santiebeati.it