Martire delle Langhe
Aveva 20 anni Teresa Bracco quel 28 agosto 1944 quando venne sequestrata dai nazisti insieme ad altre giovani. Aveva, in quella stessa mattina partecipato alla S. Messa e ricevuto la S. Comunione.
Poi si era incamminata verso il lavoro del campo e, appena saputo la notizia dell’arrivo delle truppe tedesche, era corsa verso casa per fare compagnia alla mamma.
Tutte le donne e i Bambini si erano rifugiati nella “forra del Roccheggio” e qui le donne più giovani vennero sequestrate, tra cui pure Teresa, come “bottino di guerra.”
– Ma lei, per rimanere fedele ai valori cristiani, non ci sta, tenta di fuggire nel bosco per non sottostare alle voglie di un ufficiale nazista che l’aveva presa con sé. L’ufficiale la raggiunge e preso dal furore la strangola, quindi le spara un colpo di rivoltella al cuore e le sferra un calcio alla tempia sinistra sfogando così la sua ferocia bestiale.
– Il Tribunale ecclesiastico, dopo l’esame dei suoi resti mortali, dichiarerà trattarsi di sacrificio eroico compiuto per fedeltà a Cristo e al Vangelo, come la piccola -grande Martire Maria Goretti.
Era nata il 24 febbraio 1924 nel piccolo Paese Sanvarezzo S. Giulia, comune di Dego (Savona) e diocesi di Aqui Terme. Nella sua povera famiglia composta da sette fratelli e dai genitori, papa Giacomo e mamma Angela, si respirava una atmosfera soprannaturale, fatta di testimonianza e di preghiera. Teresa pascolava il gregge in luoghi silenziosi per dedicarsi più facilmente alla preghiera. La corona del rosario l’aveva sempre con sé e altre amiche la frequentavano per recitare insieme a lei la corona.
La stimavano tutti come una ragazza riservata, modesta, delicata con gli altri, sempre pronta ad offrire il suo aiuto. Era dotata di una bellezza non comune, con due grandi occhi scuri che risaltavano sul bei viso serio e pensoso, incorniciato da grosse trecce. Teresa però, non era affatto vanitosa e con il suo comportamento serio si attirava le simpatie di tutti i suoi compaesani. “Una ragazza così non l’avevo mai vista prima e non l’ho mai più vista dopo” sentenziò un suo conoscente.
Teresa era diversa da tutte le altre giovani, dimostrava serietà, dirà una sua amica, onestà e rettitudine in tutto. “Era la migliore di tutte noi, confidava la sorella Anna. Al pascolo non faceva che pregare”. Non rinunciava mai alla Messa mattutina e alla S. Comunione, anche se la Chiesa era lontana. Sotto la guida del proprio parroco aveva realizzato una santità feriale ma forte, con una fedeltà al Vangelo totale senza cedimenti. Per questo era stata forte anche nel momento della tragedia e non aveva ceduto minimamente alle voglie passionali dell’ufficiale tedesco. Aveva fatto suo il motto del piccolo Domenico Savio. “La morte, ma non peccati”. Una morte inutile la sua? Tutt’altro. “Avrebbe potuto sopravvivere alla violenza, come le altre due ragazze, e tornare sana e salva alla sua famiglia, perché opporsi così strenuamente al male? Ma dopo pochi mesi il chicco caduto in terra dava il suo frutto anche con grazie particolari e la fama del suo martirio si spargeva nelle Parrocchie vicine e lontane e la si acclamava come la “nuova S. Maria Goretti delle Langhe”
-Della ragazza di S. Giulia della Langa si sono istruiti processi, necessari per stabilire che la sua tragica fine era da attribuirsi ad autentico eroismo cristiano e si trattava di martirio per la difesa di quei valori oggi tanto disattesi, la virtù della purezza e la virginità.
– Per questo il Papa Giovanni Paolo II, a Torino, nel 1998, in visita alla Sindone, l’ha elevata agli onori degli altari con la “beatificazione” e ricordava: “in TERESA BRACCO brilla la castità, difesa e testimoniata fino al martirio. Quell’atteggiamento coraggioso era la logica conseguenza di una ferma volontà di mantenersi fedele a Cristo secondo il proposito manifestato a più riprese. Quando venne a sapere ciò che era accaduto ad altre giovani in quel periodo di disordini e di violenza, esclamò senza esitare. “piuttosto che essere profanata preferisco morire”.
Il martirio fu coronamento di un cammino di maturazione cristiana sviluppato giorno per giorno con la forza tratta dalla Comunione eucaristica quotidiana e da una profonda devozione verso la Vergine Madre di Dio, Quale significativa testimonianza evangelica per le giovani generazioni di oggi! Quale messaggio di speranza per chi si sforza di andare contro corrente rispetto allo spirito del mondo! Addito soprattutto ai giovani questa ragazza che la Chiesa proclama oggi “BEATA”, perché imparino da lei la limpida fede testimoniata nell’impegno quotidiano, la coerenza morale senza compromessi, il coraggio di sacrificare, se necessario, anche la vita, per non tradire i valori che alla vita danno senso”.
a cura di d.f.m.