Concetta Lombardo nacque a Staletti – diocesi di Catanzaro – Squillace il 07/07/1924 e fu battezzata il 16 dello stesso mese. Perde il papà a sette mesi e viene cresciuta ed educata , alle virtù cristiane, dalla mamma, insieme alla sorella Angela.
Concetta fin da piccola imparò a pregare ed ubbidire e come tante brave fanciulle, avanzando negli anni, frequentò la Parrocchia, nella quale conobbe la catechesi e si preparò con impegno e con gioia a ricevere i Sacramenti della iniziazione cristiana.
Da adolescente ,attira l’attenzione di molti per la sua avvenenza, ma soprattutto per le sue virtù e la sua bontà che metteva a servizio della sua comunità cristiana e dei bisognosi. Emergevano in lei la pietà, concretizzata nella frequenza ai Sacramenti, l’amore alla purezza e lo spirito di sacrificio, nel trovare tempo, più tardi, per educare i fanciulli, come catechista, compito che svolgeva con grande zelo.
Di fede semplice, ma matura, trovava il tempo per aiutare pure in famiglia, nell’accudire alla casa,in certi lavori nei campi e come stimata sarta. Pensava pure a formarsi una famiglia, nella quale avrebbe realizzato il desiderio di vivere la santità con il Sacramento del matrimonio. Ma tale progetto non si realizzerà mai, causa la passione di un uomo -Vincenzo Messina- Sposato , con prole, che incominciò a tormentare la giovane perché lasciasse la famiglia per convivere con lui. La famiglia vigilava sulla giovane ed escogitò tutti i mezzi, fino alla denuncia ai carabinieri , per aiutare Concetta a respingere l’inconcepibile e ignobile proposta. La giovane s’impegnava sempre di più e meglio nell’esercizio delle virtù, nell’intensificare la preghiera e riparandosi in casa o da vicini all’apparire del Messina, che , come un cane braccato cercava di incontrare Concetta , la spiava, ne chiedeva informazioni.
La mattina del 22 agosto 1948, verso le 4, il Messina disse alla moglie: “vado a piangere la mia sfortuna sotto la siepe, ma con me deve piangere anche qualche altra persona”. Raggiunta così , dopo qualche ora, la giovane che stava raccogliendo fichi d’india, insieme alla zia Maria , le gridò esasperato: “vieni con me, andiamocene”. Spaventata, ella abbracciò la zia e pronunciò ancora una volta il suo NO, irrevocabile, aggiungendo: “preferisco morire, anziché fare questo peccato!” Allora l’amante deluso, al colmo della passione, afferrò Concetta, distaccandola dalla zia, puntò la pistola e le sparò due colpi al petto. Concetta si accasciò accanto alla zia e spirò.
Subito dopo l’omicida puntò la pistola alla sua tempia e fece partire il colpo suicida, cadendo alcuni metri dal corpo di Concetta e spirando anch’egli in un lago di sangue. Il fatto suscitò profonda impressione e molti affermarono di considerare la morte della giovane come un vero martirio.
Dopo il Concilio che sottolineò l’importanza della santità nei laici, la vocazione matrimoniale, la dignità della donna, la testimonianza ai principi cristiani, la morte violenta di Concetta, venne presa in considerazione, perché, come novella Maria Goretti, la Chiesa l’avesse additata ad esempio di certa gioventù smarrita. Fu l’Arcivescovo di Catanzaro – Squillace, S.E. Mons. Antonio Cantisani, a introdurre la causa di canonizzazione di CONCETTA LOMBARDO il 30 gennaio 1990, dando inizio in diocesi al Processo canonico sulla vita le virtù , il martirio della Serva di Dio. -L’augurio, la preghiera, perché al più presto, anche per Concetta, come già per la Morosini di Bergamo, la Masina di Sardegna, la Bracco di S.Giulia (Savona) ed altre, arrivi il momento dlla glorificazione da parte della Chiesa, perché queste grandi figure di Giovani-Martiri che hanno seguito l’esempio di S. Maria Goretti di Corinaldo (AN) (diocesi di Senigallia), parlino ai Giovani di oggi e dicano che la santità è possibile sempre, purché si collabori in pienezza ai Doni di Dio.
a cura di d.f.m.